Newsletter n.5 – Stile di vita, invecchiamento, alimentazione, cervello. (Parte prima)


Il cervello è l’organo del corpo che invecchia più facilmente, sopratutto perché è fatto per gran parte di grassi, che più agevolmente tendono a degenerare nel tempo e con le aggressioni esterne. In particolare il cibo lo influenza notevolmente, data la complessità delle sue funzioni e del suo metabolismo.

E’ importante lavorare sull’invecchiamento, perché l’aumento della vita media ne fa emergere sempre più gli aspetti degenerativi. L’epidemia di DIABETE e di DEMENZE cui assistiamo è legata al LIFESTYLE personale ma anche ad intossicazioni ambientali.

L’ALZHEIMER inizia molti anni prima del vero e palese declino cognitivo, ed è in questa larga finestra che dobbiamo agire per limitare i danni o prevenirli del tutto, nei limiti di ciò che consentono anche gli aspetti genetici.

Ecco gli elementi del LIFESTYLE che influenzano le neurodegenerazioni:
1) ALIMENTAZIONE.
2) INFIAMMAZIONE.
3) OSSIDAZIONE.
4) STRESS.
5) INSONNIA.
6) DISBIOSI INTESTINALE.
7) Disfunzioni MITOCONDRIALI.
8) SENESCENZA CELLULARE.
9) ALTERAZIONI GENETICHE ed EPIGENETICHE.
10) ESAURIMENTO CELLULE STAMINALI.
11) ENERGIA DI PROGRAMMAZIONE/REGOLAZIONE (il PRANA, il CHI, ecc.)

Non è possibile in questa sede esaminare dei meccanismi troppo complessi e particolari  in queste poche righe.
Quello che conta capire è che si può fare molto per la prevenzione e per assicurare una migliore qualità della vita ad una popolazione che invecchia sempre più. La longevità è meno attraente se per ottenerla dobbiamo pagare un prezzo troppo alto in termini di qualità della vita.

Diverse sono le teorie alla base dell’invecchiamento. Le più considerate sono quella GENETICA, quella dei TELOMERI e quella INFIAMMATORIA ed OSSIDATIVA (a causa dell’aumento dei RADICALI LIBERI). In sostanza STRESS  OSSIDATIVO  ed  INFIAMMAZIONE sono i principali elementi correlati ad invecchiamento e malattie  croniche: in una parola OXI /INFLAMMAGING. Entro certi limiti tali meccanismi metabolici servono a proteggerci da molte cose, specie da germi aggressivi e virus, ma possono diventare processi fuori controllo, proprio a causa del nostro LIFESTYLE.

leonardo_daVinciRicordiamo che, allo stato delle ultime ricerche, la percentuale relativa all’ influenza genetica/epigenetica sulla qualità dell’invecchiamento è la seguente:

GENETICA  30-35%  EPIGENETICA 65-70%

Questa è una buona notizia perché vuol dire che possiamo lavorare sui fattori ambientali e comportamentali che influenzano significativamente il nostro DNA. Prendiamo ad esempio il caso di due  gemelli identici, dei quali uno sviluppa il Parkinson e l’altro no. La differenza potrebbe essere legata all’ambiente?

Vediamo un caso noto in natura: una particolare MEDUSA, che torna ad essere un polipo (attenzione: polipo e non un polpo!) se l’ambiente si modifica in maniera sostanziale. La  risposta della medusa a questo modificazione è una mutazione, cioè essa torna ad essere piccola, staminale, più forte e meno influenzabile. Altro esempio puo essere quello del parassita CANDIDA, che se ne sta nel nostro intestino come forma discoide (LIEVITO), innocuo, ma che può diventare fungo con tentacoli lunghi e muoversi dappertutto (IFE) se trova condizioni più adatte alla sua riproduzione (ES troppi zuccheri).

La RESTRIZIONE  CALORICA è un forte fattore che favorisce la longevità, la riduzione delle malattie ed il S-IMMUNIT., come un buon sonno riposante.

Ricordiamo sempre di farci prescrivere dal medico la IGF-1, che è una molecola di segnale potente per le malattie C-D.

Vediamo ora qualche CIBO NUTRIGENOMICO, ovvero il cosiddetto cibo-farmaco. Ce ne sono diversi e sono individuati dal nuovo termine coniato dalla scienza moderna: gli SMART FOOD, o cibi intelligenti.

Guardiamo la famosa DIETA  DI  OKINAWA, l’isola con le persone tra le più longeve del mondo, che conservano, nel contempo una buona salute ed una vita sociale attiva:

a) dieta ipocalorica e minimale;

b) carboidrati a basso Indice Glicemico: no riso bianco, ma Batata dolce, una patata rossa particolare a basso IG e piena di polifenoli;

c) alghe (20%), specie la WAKAME e pesce (40%);

d) curcuma longa ed il suo tubero;

e) the verde con curcuma.

Sono i POLIFENOLI il centro delle meraviglie, molecole xenobiotiche, adattogene, usate dalle piante per adattarsi, sopravvivere ed uccidere i germi ed i parassiti aggressivi. Si acquisiscono mangiando vegetali e vino rosso in modica quantità.

I polifenoli sono in grado di nutrire la flora batterica, da cui origina la produzione di metaboliti attivi e biodisponibili, ed in grado di modificare l’adesività della flora e la colonizzazione corretta.

I polifenoli sono nelle bucce di frutta, nei semi, nelle radici, nelle bacche: non nella polpa!

I polifenoli  interferiscono con l’attività cellulare, modulando infiammazione, stress ossidativo e metabolismo/proliferazione cellulare. Essi sono percepiti dai sensori cellulari, che così si adattano a nuovi metabolismi.

 


Lamiaopinione

Riflessioni e raccomandazioni

L’invecchiamento, con i suoi riflessi sullo stile di vita, l’influenza dell’alimentazione sulla qualità della vita e del nostro cervello meritano di essere approfonditi e per questo vi do appuntamento alla seconda newsletter che sarà pubblicata su questo argomento. Sarà possibile aggiungere delle riflessioni e raccomandazioni solo dopo un ulteriore approfondimento.